di Luca Mantovanelli
Romana, ma veneta d’adozione, Alessia Tiozzo è un noto personaggio televisivo. Dal 2016 partecipa a concorsi di bellezza – ha ottenuto premi e targhe, come la fascia Miss Musa d’argento al concorso Miss Bella in Carne 2016, ed è Miss Beautiful Curvy 2017 – come pure appunto a programmi in Tv… ma lavora anche come modella nel mondo della moda… vari gli shooting… ne è uscito anche un calendario… e collabora con Elisabetta Viccica a svariati progetti di grande risonanza, anche fuori dell’Italia. Facendo così intendere, con ottime ‘argomentazioni’, o scoprire, o riscoprire, la bellezza curvy italiana. Non solo un tema di estetica, ma anche una vera e propria filosofia, e un mondo di valori. Proviamo ora a immaginare una sfilata curvy, con le sue musiche, con i suoi effetti di luce, con il suo mix di magia, fascino, atmosfera sexy, piacevole turbamento, sogno, poesia, sottile provocazione, adrenalina, vertigine, spirito di rivalsa, gioco… e partiamo con le domande.
Il mondo del curvy è un mondo anche fatto di terminologie tecniche, di distinzioni terminologiche. Non esiste solo un linguaggio del corpo, ma anche un linguaggio che definisce le varie tipologie di corpo. Un conto sono le taglie, un conto sono le curve, e le persone non troppo esperte tendono a interpretare in modo abbastanza soggettivo e impreciso certe fisicità.
Attualmente nel mondo curvy c’è un po’ di confusione, in effetti. Si usa il termine “curvy” per definire ogni tipo di fisicità morbida, è diventato un business… una moda… Fino a qualche anno fa si parlava di “negozi per taglie forti”, ora è tutto “curvy”… Anche quelle che fino a qualche anno fa si sarebbero vergognate a entrare in un negozio di taglie forti, ora sono spronate a farlo, perché abbinata al termine “curvy” si usa la parola “modella”… un po’ per invogliare le clienti a spendere, un po’ perché il rovescio della medaglia è che alle donne piace essere fotografate, e con l’avvento dei social, è una pubblicità gratuita che i vari brand e negozi si fanno… Tu compri, ti fotografano, ti definiscono “modella”, ti invogliano a far foto, tu pubblichi sui vari canali social, e il gioco è fatto… Pubblicità gratis! Non condanno chi lo fa, ma bisogna riconoscere che hanno creato un mondo di donne che sono convinte (e che vengono convinte) di essere delle modelle, che fanno foto gratis, e questo modo di fare ha tagliato le gambe a chi invece lo fa con professionalità e per guadagnare qualche soldino… ci sono ragazze che hanno investito su corsi di portamento, corsi di posa, e che hanno le carte in regola per poter fare la modella, che si vedono il lavoro ‘rubato’ da donne che i vari negozi usano per promuovere le loro linee… perché questo non succede con le taglie ‘normali’ ?
In quella tua fase di vita privata, di cui hai parlato più volte, di smarrimento, di buio – una crisi che poi ti ha portato a vedere la luce e la rinascita – gli insegnamenti derivati dallo sport (avevi fatto pallavolo a livello agonistico) ti sono tornati in qualche forma, in qualche maniera utili? E pensi che ti aiutino tuttora? Se sì, in che modo?
Lo sport è stato molto importante nella mia vita, ha formato il mio carattere. Una qualità appresa che riscontro in primis ora nel mio lavoro è la determinazione a voler raggiungere gli obiettivi… ma non di poco conto è il riuscire a creare un ambiente lavorativo sereno tra colleghi, e questo è il risultato dell’aver imparato a giocare in squadra… Trovo molto importante e formativo il mio passato nello sport… quando parlo di lavoro, intendo il mio quotidiano, lavoro in Poste italiane, in un centro smistamento, a contatto con centinaia di persone…
La tua esperienza di vita, umana, ti ha portato appunto a trovare la tua vera identità. E anche a trovare lo spirito ludico della vita. Da un disagio, da una difficoltà, hai saputo poi ricavare un’opportunità, rovesciando la prospettiva da cui ti stavi osservando. Cosa o chi ti ha fatto rialzare più di tutto, in quei momenti?
Devo tutto a me stessa… non c’è nessuno che in quei momenti mi è stato vicino e che capisse i miei disagi e problemi… poi, invece, iniziando a ‘camminare’ in questo mondo curvy, devo TUTTO, a Elisabetta Viccica… lei è stata formativa, determinante e continua a essere la persona con cui ho un rapporto VERO, che capisce ogni mio stato d’animo e bisogno…
Sei una donna non solo veramente bella, con due occhi molto poetici, ma anche simpatica, ironica, intelligente, e molto altro. Sei anche autoironica? Qual è il meccanismo alla base dell’autoironia, secondo te? Si dice tanto che ‘non bisogna prendersi mai troppo sul serio’, però non sempre viene così facile, nella nostra società attuale.
Caratterialmente cerco sempre di sdrammatizzare, non per poca serietà, ma perché è più facile affrontare i problemi con un pizzico di sana follia… se dovessimo prenderci sempre sul serio, sarebbe un mondo triste, e affogheremmo nelle mille difficoltà quotidiane… L’autoironia da sempre viene associata a noi donne in carne… forse è stato così in passato, perché le donne obese per essere accettate in società dovevano per forza essere simpatiche… per me non è così… anzi, quando ero più in carne di ora, ero più chiusa, più triste, ma iniziare il percorso di accettazione del mio corpo e vedermi bella ha fatto scattare quel briciolo di autostima in più che serve!
Già solo le forme giunoniche presenti in tante pitture di artisti del passato ci fanno intendere come in fondo da sempre il modello della ‘bellezza longilinea’ non sia affatto l’unico, e neppure il più consolidato, e che parlando di ‘canoni di bellezza’ nessun discorso sia mai veramente scontato. Nel corso della storia, il ricorrere di tipologie di donna dall’aspetto florido, fino a certe memorabili figure femminili dei film di Fellini e delle pitture di Botero, hanno senza dubbio contribuito ad ampliare i confini della bellezza. E ora, propriamente, c’è una riscoperta di quel passato, o si va in una direzione diversa?
In questi ultimi anni si tende a ghettizzare il genere femminile, o sei curvy, o sei normale, come se ci fossero dei canoni dettati dalla società che permettono a una donna di definirsi normale… ma la normalità cos’è??? Vorrei si puntasse a rendere tutte noi donne normali, e non divise in categorie…
Tra tutte le espressioni artistiche – letteratura, pittura, scultura, cinema, teatro, fumetti, manga – quale è secondo te, a parte la fotografia, l’arte che meglio può esprimere in generale la bellezza femminile? Hai in mente un esempio in particolare?
Senza ombra di dubbio la pittura… Sono innamorata di come gli artisti hanno da sempre dipinto noi donne… non sono un’esperta, ma sono da sempre rimasta affascinata dai ritratti dipinti, li trovo pieni di fascino e magia… mi piacerebbe posare x un pittore… vedere cosa lui percepisce di me….
Le forme femminili, più abbondano, più richiamano a livello atavico nell’uomo (nel maschio) un senso di protezione, di rassicurazione. Pensi che questa accezione sia una costante indistruttibile, nella filosofia curvy, o credi che sia stata scalfita o soppiantata da qualche altro significato-messaggio?
L’uomo è strano, si vergogna di avere compagne fisicamente non perfette come la società impone, ma poi nel privato ama la morbidezza che noi donne formose abbiamo… Ho scoperto un mondo di uomini con a fianco donne molto magre come compagne di vita, ma che invece sono attratti da noi ‘diverse’… lo trovo tristissimo…
Cos’è per te l’eleganza?
Eleganza… mi piace molto questa domanda… Per me si può essere eleganti anche in tuta… l’essere eleganti va oltre l’indossare un capo firmato o portare mille gioielli… Io personalmente mi sento elegante anche in leggings e scarpe antinfortunistiche, e cioè come vesto tutti i giorni per lavorare… mi sento a mio agio più così, che con un paio di scarpe tacco 12 con cui non saprei nemmeno camminare…
Quando è che senti un abito, una veste, un indumento (di qualsiasi tipologia esso sia) veramente tuo?
Personalmente ogni volta che ho sfilato o posato è stata una sfida con me stessa, con la mia insicurezza, e tuttora ogni volta è come se fosse la prima, tremano le gambe, e per noi curvy non è solamente un ‘proporre un abito’, ma ogni volta un mettersi in gioco con il nostro corpo, perché inevitabilmente si viene giudicate, e noi dobbiamo rappresentare una categoria, esser fiere del nostro corpo, ma non è facile, non è affatto facile… e per quanto mi riguarda, non si tratta di esibizionismo… ma veramente di portare avanti un messaggio, che non per forza deve essere scritto… e quello mio fondamentalmente è: “ogni difetto fisico che ci appartiene dobbiamo trasformarlo in pregio, valutarlo e amarlo, perché per noi è un difetto, ma per altri può essere bellezza e addirittura potrebbero invidiarci per quello che noi invece odiamo…”. Spesso non dipende dall’abito, ma dal nostro stato d’animo… capita soprattutto a noi donne di non sentirci a nostro agio con determinati capi d’abbigliamento, a me capita di sentir mio un abito elegante, come pure un paio di jeans, tutto sta da come mi sento io dentro… da come mi guardo allo specchio… e non sempre i nostri occhi vedono “bello”, e quando capita così, non ci sentiamo a nostro agio…
Raccontami tutto su quelle foto che ti ‘ritraggono’ in abito mitologico con una lira in mano (la lira di Apollo) che ho visto su Instagram. Che ricordi hai di quello shooting?
Quello è stato lo shooting più figo che io abbia mai fatto! Una mega fatica per arrivare in quel punto preciso scelto per il setting fotografico a causa del terreno reso fangoso dalla pioggia dei giorni precedenti, ma ne è valsa la pena, anche grazie al fotografo Fabio Bussola mi sono immedesimata molto in quel ruolo da fiaba… come una Musa… ero nel mio habitat, natura, passato, magia…
In effetti la figura della “Musa” ricorre spesso nella tua vita. Nominami altri due fotografi, tra i vari.
Ho anche scattato con Andrea Laureani, sono le foto che più di tutte in assoluto mi hanno fatto uscire dalla mia comfort zone… per farti capire, sono le foto con le piume bianche e quelle in stile ‘Venere di Botticelli’… Ho avuto difficoltà, perché dovevo tirar fuori la mia sensualità, ero solo coperta di un tulle e fiori veri cuciti al momento da Elisabetta [che è tra l’altro creatrice di moda curvy e titolare del primo brand italiano di lingerie curvy, Evha & Eva”, N.d.R.]… non è stato facile posare nuda, non avendo amore per il mio corpo prosperoso… Un altro fotografo è Mauro Mamone, con lui ho affrontato il mio primo vero servizio fotografico professionale.
Se tu un giorno decidessi di scrivere un libro sull’argomento curvy, c’è un aspetto in particolare, magari ancora poco trattato e discusso, che ti piacerebbe indagare per te stessa e/o mettere in luce ai lettori?
Non ho mai pensato di scrivere un libro… un’autobiografia… molte mie colleghe lo hanno fatto… forse un giorno scatterà in me l’input e butterò giù qualcosa, ma dovrà essere a cuore aperto, un po’ come ho affrontato questa intervista con te, riflettendo su ogni punto e rispondendo con la massima sincerità…
E per questo ti ringrazio. Raccontami per salutarci i tuoi sogni nel cassetto, un progetto futuro…
Il mio sogno nel cassetto? L’America… posare o sfilare nella Grande mela…
Luca Mantovanelli